24 aprile 1945 - La battaglia di Halbe
Uno dei più raccapriccianti massacri dell'intera campagna del Fronte Orientale.
Alan Clark, Barbarossa
L'operazione "Berlino", ovvero l'offensiva sovietica lanciata il 16 aprile 1945 dai marescialli Zukov e Konev, isolò la Nona Armata tedesca al comando del generale Busse, già reduce della battaglia delle alture di Seelow, e decine di migliaia di profughi in una "sacca" nella Spreewald, una zona di laghi e foreste a sud-est di Berlino.
Stalin ne ordinò l'accerchiamento e i due marescialli sovietici al comando del primo fronte ucraino e del primo fronte bielorusso, desiderosi di vincere la corsa al Reichstag, spinsero la nona armata in una piccola area a est del villaggio di Halbe. Si calcola che circa 80.000 soldati tedeschi appartenenti alla Nona Armata e a diverse unità delle Waffen SS tra cui la famigerata 36esima divisione granatieri Waffen SS meglio conosciuta come "Brigata Dirlewanger" dal nome del suo comandante, rimasero intrappolati in questa sacca.
La "Dirlewanger" era nota per essere composta da ex detenuti e doveva la sua fama ai massacri compiuti prima in Bielorussia nella lotta antipartigiana e in seguito nella repressione della Rivolta di Varsavia e in Slovacchia.
Le forze sovietiche destinate all'attacco alla Nona armata contavano circa 280.000 uomini, 7.400 cannoni e mortai, 280 carri armati e cannoni semoventi e 1.500 aerei da combattimento.
Il 24 aprile 1945 ebbe inizio il primo tentativo tedesco di uscire dall'accerchiamento per collegarsi con la Dodicesima armata tedesca comandata dal generale Walther Wenck, con l'intenzione di dirigersi a ovest e arrendersi agli alleati occidentali.
Fallito il primo tentativo per cercare di aprirsi un varco il generale Busse ne fece altri due. I resti della Nona Armata dovettero passare attraverso Halbe, dove le barricate costruite da entrambe le parti formavano ostacoli formidabili e le forze sovietiche sottoponevano l'area al fuoco dell'artiglieria pesante e delle Katiusce.
Iniziarono degli scontri furiosi che culminarono solo una settimana dopo. In una distruzione e confusione totale i tedeschi combattevano con la forza della disperazione e fanatica ostinazione e ciò causò ai sovietici pesanti perdite. Ma non riuscirono a rompere l'accerchiamento. I sovietici, esasperati dalla resistenza tedesca e in netta superiorità di mezzi e uomini combattevano altrettanto accanitamente. Alcuni giovanissimi soldati tedeschi cercarono di togliersi le divise e mischiarsi ai profughi civili. Le unità SS cercavano di mantenere l'ordine di combattere a oltranza.
Si è detto, ma mai confermato ufficialmente, che proprio per la presenza di queste unità e il loro fanatico accanimento, il maresciallo Konev diede l'ordine di utilizzare anche munizioni incendiarie e al fosforo.
Si stima che alla fine solo circa 25.000 uomini della Nona Armata riuscirono a sfuggire alle tenaglie sovietiche. Le perdite tedesche, ammontarono a 40.000 morti e 60.000 prigionieri.
Alan Clark, Barbarossa
L'operazione "Berlino", ovvero l'offensiva sovietica lanciata il 16 aprile 1945 dai marescialli Zukov e Konev, isolò la Nona Armata tedesca al comando del generale Busse, già reduce della battaglia delle alture di Seelow, e decine di migliaia di profughi in una "sacca" nella Spreewald, una zona di laghi e foreste a sud-est di Berlino.
Stalin ne ordinò l'accerchiamento e i due marescialli sovietici al comando del primo fronte ucraino e del primo fronte bielorusso, desiderosi di vincere la corsa al Reichstag, spinsero la nona armata in una piccola area a est del villaggio di Halbe. Si calcola che circa 80.000 soldati tedeschi appartenenti alla Nona Armata e a diverse unità delle Waffen SS tra cui la famigerata 36esima divisione granatieri Waffen SS meglio conosciuta come "Brigata Dirlewanger" dal nome del suo comandante, rimasero intrappolati in questa sacca.
La "Dirlewanger" era nota per essere composta da ex detenuti e doveva la sua fama ai massacri compiuti prima in Bielorussia nella lotta antipartigiana e in seguito nella repressione della Rivolta di Varsavia e in Slovacchia.
Le forze sovietiche destinate all'attacco alla Nona armata contavano circa 280.000 uomini, 7.400 cannoni e mortai, 280 carri armati e cannoni semoventi e 1.500 aerei da combattimento.
Il 24 aprile 1945 ebbe inizio il primo tentativo tedesco di uscire dall'accerchiamento per collegarsi con la Dodicesima armata tedesca comandata dal generale Walther Wenck, con l'intenzione di dirigersi a ovest e arrendersi agli alleati occidentali.
Fallito il primo tentativo per cercare di aprirsi un varco il generale Busse ne fece altri due. I resti della Nona Armata dovettero passare attraverso Halbe, dove le barricate costruite da entrambe le parti formavano ostacoli formidabili e le forze sovietiche sottoponevano l'area al fuoco dell'artiglieria pesante e delle Katiusce.
Iniziarono degli scontri furiosi che culminarono solo una settimana dopo. In una distruzione e confusione totale i tedeschi combattevano con la forza della disperazione e fanatica ostinazione e ciò causò ai sovietici pesanti perdite. Ma non riuscirono a rompere l'accerchiamento. I sovietici, esasperati dalla resistenza tedesca e in netta superiorità di mezzi e uomini combattevano altrettanto accanitamente. Alcuni giovanissimi soldati tedeschi cercarono di togliersi le divise e mischiarsi ai profughi civili. Le unità SS cercavano di mantenere l'ordine di combattere a oltranza.
Si è detto, ma mai confermato ufficialmente, che proprio per la presenza di queste unità e il loro fanatico accanimento, il maresciallo Konev diede l'ordine di utilizzare anche munizioni incendiarie e al fosforo.
Si stima che alla fine solo circa 25.000 uomini della Nona Armata riuscirono a sfuggire alle tenaglie sovietiche. Le perdite tedesche, ammontarono a 40.000 morti e 60.000 prigionieri.